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NONNO GAETANO

Questa foto è databile intorno alla metà degli anni Sessanta. Nel ritrovarla sono rimasto colpito di come mio nonno si sia messo in qualche modo in posa (era burbero e scontroso). Fare una foto a quei tempi evidentemente non é come adesso, era una specie di evento. Quando la mostrai in famiglia, mio zio Memmo, mi disse, come parlando di qualche giorno prima (di anni ne erano passati cinquanta), che quei vitelloni erano dei vitelloni bianchi e rossi Ungheresi che furono macellati a San Vito Romano per un loro cliente che si chiamava Ernesto Rossi. Se avessi chiesto a lui o a un altro dei miei zii oppure a mio padre, avrebbero ricordato con facilità probabilmente anche il peso alla macellazione. è gente fatta cosi. Mio nonno aveva perso in guerra tre dita della mano destra ed era proprio con quel moncherino che potete vedere bene che concludeva le trattative. La stalla ritratta nella foto adesso è la casa di mio cugino. Io abitavo di sopra e la porta di casa mia era di fianco ad un altra stalla anch’essa riconvertita in quella che è adesso la comoda e moderna abitazione di mio fratello. Tutto, anche l’odore de letame era meravigliosamente normale. Se mio nonno solo sapesse che adesso un vitellone a momenti lo spargiamo in tutta la provincia di Roma in comodi tagli anatomici in sottovuoto termo retraibile etichettati sia in chiaro che con codice barre, se solo sapesse… se solo sapesse quante e quali mutazioni ha subito questo lavoro, sai le bestemmie? Sono passati cinquanta anni. Mio nonno non c’e più, da poco non c’è più neanche mia nonna, non c’è più quel macellaio leggendario che era mio zio Memmo, non c’è più Ernesto Rossi. Termino qui una lista altrimenti lunghissima anche perché è tardi e noi di questo lavoro ci alziamo al mattino che è ancora buio.